Siamo abituati a sentir parlare degli effetti negativi del caffè sulla nostra salute orale, ma vi stupirete nel leggere che tra gli innumerevoli benefici del caffè, ce n’è uno che riguarda proprio la salute dei denti. 

Secondo la Federal University di Rio de Janeiro, la caffeina aiuta a contrastare la proliferazione di batteri, ostacolando inoltre la formazione di placca e tartaro. Chiaramente il dato si riferisce all’uso e non all’abuso di caffè, e in particolare all’espresso consumato senza l’aggiunta di zucchero o dolcificanti vari, che sono invece un vero carburante nella formazione delle carie.

E’ stato dimostrato inoltre che, preso fino a 4 volte al giorno, il caffè non ha effetti negativi in quanto a erosione di smalto. 

E’ vero dunque che il caffè è una bevanda molto pigmentata e di conseguenza tende ad ingiallire i denti, ma con alcune accortezze e, senza esagerare con le dosi, possiamo goderci in serenità la nostra “ tazzulella e’ cafè” senza timore per il nostro sorriso!

COME PRESERVARE IL NOSTRO SORRISO E LIMITARE LE PIGMENTAZIONI

  • Evitare di sorseggiare caffè, ma berlo in poco tempo
  • Lavare i denti dopo il caffè
  • Utilizzare il filo interdentale
  • Utilizzare dentifrici sbiancanti ad azione enzimatica
  • Essere muniti di un travel kit per poter spazzolare spesso i denti anche a lavoro o in viaggio

Siamo nel regno del caffè, Napoli. Esistono più di 50 marchi di caffè eccellenti esportati in tutto il mondo made in Partenope e recentemente è stata presentata la candidatura dalla Giunta Regionale Campania per far diventare l’espresso napoletano un bene del patrimonio UNESCO.

Il caffè a Napoli non è solo un bevanda, è piuttosto un rito, un’abitudine sociale. La tradizione della tazzulella, il caffè sospeso, la scusa del caffè per “stare insieme”. 

Quando c’è un lutto, si porta il caffè ai famigliari del defunto: «È un rito che si chiama “cuonzolo”. La caffeina dà la forza di affrontare la veglia notturna». L’espresso ha anche un numero tutto suo nella Smorfia, il libro napoletano dei sogni: è il 42, «o’ cafè», che a Napoli si serve nella tazzina bollente, e si prepara con una miscela dalla tostatura più scura, con una percentuale di robusta.

NEL TEATRO NEL CINEMA E NELLA MUSICA

«Il caffè napoletano è l’unico che ha nobili origini: fu la regina Maria Carolina d’Asburgo, sposa di Ferdinando di Borbone, quando arrivò alla Reggia di Caserta, a volere che diventasse la bevanda ufficiale del regno di Napoli».

Il caffè napoletano è stato spesso protagonista del teatro, del cinema e della musica: «Eduardo De Filippo fece una lezione sul caffè: spiegò come si prepara con la cuccuma, sottolineando che la tazzulella rappresenta soprattutto un momento di piacere e condivisione», aggiunge. «Totò ne ha parlato in tanti film. In La banda degli onesti spiegò la famosa metafora del caffè senza zucchero a Peppino De Filippo. Sempre di Totò è famosa la frase: “Questo caffè è una ciofeca!”». Un’altra napoletana verace, Sofia Loren, in Questi fantasmi, spiega a Vittorio Gassman la ricetta del caffè perfetto, e lo usa come pretesto per accorciare le distanze. Pino Daniele e Domenico Modugno dedicarono ognuno una canzone alla leggendaria bevanda.

DR FRANCESCA ROMANO, DDS

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